Mancano pochi giorni alle votazioni per l’elezione del Parlamento Europeo e la sezione trentina della DC indica scelte e orientamenti programmatici in continuità con le posizioni che il Centro Popolare aveva assunto per le precedenti elezioni europee.

La DC trentina, condividendo la linea politica decisa dalla DC nazionale di invitare a votare Partito Popolare Europeo, tenendo conto del particolare contesto regionale e che tra le liste della famiglia del PPE rientra la lista della SVP, nella quale confluiscono anche il PATT e la CIVICA, lista trentina alla cui nascita, con la guida di Rodolfo Borga, il Centro Popolare aveva contribuito, invita a votare la lista SVP e a dare l’unica preferenza al suo capolista on. Herbert Dorfmann, che all’interno del PPE si richiama alla componente che lo ha fondato, quella dei partiti democratico-cristiani, i partiti di Degasperi, di Adenauer e di Schuman.

L’incontro avuto con Dorfmann a Trento il 30 maggio ha fortemente rafforzato l’apprezzamento per la qualità della persona, la sua competenza e il suo impegno, con particolare riferimento alle attività agricole e all’economia della montagna.

La sezione trentina della DC sottolinea alcuni obiettivi che ritiene giusto, con tale voto, perseguire.

  • 1. L’Unione Europea deve sì cambiare, ma non in direzione di un suo indebolimento. Non solo essa garantisce la pace tra gli stati europei, ma consente ai popoli europei di agire in sinergia per affrontare le sfide della globalizzazione, che va governata da posizioni di forza, se si vuole che essi non diventino impotenti di fronte alle scelte di grandi stati come la Cina, l’India, la Russia, il Brasile, la Nigeria, l’Indonesia e altri.
  • 2. Cambiare l’Unione Europea in direzione del suo rafforzamento implica cambiare il suo assetto istituzionale attraverso nuovi trattati, che rivedano le competenze dei diversi organi decisionali. La Commissione mantenga un ruolo esecutivo, ma vadano riviste le competenze di Consiglio e di Parlamento

Il nuovo modello deve essere unmisto di modello federale e di modello confederale

Modello federale:

  • a. alcune competenze cruciali per affrontare la sfida della globalizzazione e del governo degli “affari del mondo” vanno gestite secondo il modello federale, come accade ad es. negli USA. Gli stati nazionali debbono cedere all’Unione Europea le competenze in materia di difesa, di controllo delle frontiere e di politica estera e l’Unione Europea deve poter decidere al riguardo a maggioranza di Parlamento e di Consiglio.
  • b. il modello federale deve estendersi anche alla politica economica, monetaria e fiscale, a condizione che vi siano adeguate compensazioni a favore delle aree che da tale politica unitaria sono svantaggiate, tramite politiche di riequilibrio territoriale e settoriale, andando oltre quanto già previsto. La gestione federale della politica monetaria implica che la BCE diventi una banca pubblica con potere di emettere moneta e di sottoscrivere titoli del debito pubblico europeo e nazionale a un tasso prefissato (sottratto alle decisioni di mercato degli speculatori finanziari). Implica, anche che sia ripristinata la separazione tra banche di credito e banche di investimento e che le Banche nazionali siano tutte solo a capitale pubblico (Ora BCE e Banca d’Italia sono di privati).
  • c. il modello federale deve interessare anche la gestione dei mercati interni e con l’estero in modo da garantire la libera concorrenza interna e la parità di condizioni nel commercio con l’estero. Ciò deve interessare i prodotti con mercato sovranazionale o globale, restando esclusi da disciplinari europei tutti quei prodotti con esclusivo o nettamente prevalente mercato nazionale, regionale o locale.

Il modello federale con decisioni a maggioranza rafforzata va adottato per le scelte di allargamento dell’Unione, di particolare importanza in tutta la regione balcanica.

Modello confederale:

  • a. esso concerne tutte le materie non regolate dal modello federale, ma di interesse sovranazionale. Le decisioni al riguardo richiedono l’unanimità del Consiglio e il parere conforme positivo del Parlamento Europeo ovvero una legge di iniziativa parlamentare approvata a maggioranza assoluta e il voto favorevole unanime del Consiglio.
  • b. secondo il modello confederale vanno assunte anche le decisioni circa l’estensione delle competenze affidate alla gestione confederale europea, nel rispetto del principio di sussidiarietà, che regola la distribuzione delle competenze tra i livelli locale, regionale, statale ed europeo.
  • 3. Cambiare l’Unione Europea in direzione del suo rafforzamento implica anche dare riconoscimento e consolidare i fondamenti culturali che caratterizzano l’identità europea, le cui principali radici affondano nell’umanesimo cristiano maturato in due millenni di storia. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, emanazione del Consiglio d’Europa, va riformata in tale direzione, superando la deriva relativista che ha assunto in materie eticamente sensibili, come quelle del diritto alla vita e della famiglia. Vanno indirizzati a tale fine anche gli interventi dell’Unione Europea in materia culturale.
  • 4. Cambiare l’Unione Europea in direzione del potenziamento implica anche che la Commissione, il Consiglio e il Parlamento contemperino l’obiettivo di garantire la libera concorrenza interna e l’uguale tutela dalla concorrenza sleale esterna con altri obiettivi dei trattati (spesso considerati subordinati) inerenti la riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche, l’uguaglianza delle opportunità, il diritto al lavoro e al giusto riposo, la solidarietà istituzionale in caso di povertà e in generale le tutele sociali, con particolare attenzione a quelle per la famiglia (compresa la sua stabilità) e la natalità, la tutela delle risorse naturali e della salubrità dell’ambiente.

Trento, 5 giugno 2024                                                           La Direzione